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venerdì 6 novembre 2009

Gli Scorretti vs Revolution 6-3

COMMENTO:
Beh, che dire, partenza diesel con amnesie in fase difensiva e dai picchia e mena alla fine gli avversari si portano in vantaggio con un goal quantomeno dubbio, e per “quantomeno” intendo “assolutamente” e per “dubbio” intendo “irregolare”.
Ma noi andiamo avanti e continuiamo a sbandare, imperterriti.
Poi la scintilla, puntata da fuori area e gol del Lupo. E da quel momento non siamo passati più in svantaggio. Nel finale di primo tempo l’arbitro regala il secondo goal agli avversari con un tiro libero assurdo e andiamo al riposo sul 2-2.
Durante l’intervallo la sfuriata dell’Arfa, che minaccia di non farci usare il suo fòno, ci dà la carica e per tutto i lsecondo tempo è un assolo bianco-amaranto.
Ogni tanto riusciamo a fare anche qualche bella azione con scambi di prima e più passano i minuti più giochiamo meglio. I goal si susseguono, gli avversari si disuniscono ma tengono botta fino a quando non segna l’Arfa e a quel punto issano bandiera bianca.
Nel finale c’è tempo per un eurogoal di Denny e l’ultimo goal degli avversari.
Insomma, avete capito, un c’ho voglia di commentare la partita tanto l’unica cosa saliente è stato il tiro libero dell’Arfa.
Bravi tutti, soprattutto a non picchiare The Wall per l’insistenza con cui chiede i soliti 8€.

PAGELLE:
ARFA: secondo tempo, minuto 24. Un aitante giovanotto si dilegua in mezzo a due avversari che, impotenti al cospetto di cotanta destrezza, lo atterrano frustrati. È il settimo fallo, tiro libero. Mi si chiede di calciare il tiro libero ma vedo l’aitante giovanotto impossessarsi della palla e portarsela al petto e baciarla. Non posso farlo. Non posso intromettermi. Non posso fare il terzo incomodo, rompere quella relazione perfetta fra uomo e pallone. E così lascio fare. L’aitante giovanotto deposita con dovizia e premura l’amata palla sul dischetto e si allontana da lei di qualche passo.
La rincorsa lascia presagire un colpo fortissimo e tratteniamo il respiro come incantati.
Anche la pioggia smette di cadere per assistere dalle nuvole a questo evento meraviglioso.
L’attesa si fa spasmodica, il condannato immobile sul dischetto e il cecchino pronto a farlo fuori.
Ed è proprio così che finisce. Dopo 27 secondi, tanto ci impiega la palla a varcare la linea di fondo, la fa fuori. E di almeno 2 metri.
Poi in precedenza son successe altre cose, ma francamente a chi gliene importa se l’Arfa ha giocato bene, ha tenuto molti palloni senza perdere quasi mai palla, ha fatto goal… cioè, son cose trascurabili.
Tutto il succo dell’intera partita, l’unica cosa degna di nota è racchiusa in quei 27 secondi in cui abbiamo capito che un uomo può accarezzare un pallone anziché colpirlo con violenza a tutti i costi e che soprattutto, con la dolcezza giusta, una palla può impiegare 27 secondi per compiere un tragitto di 5 metri.
Arfa ti adoro!
BUBA: lasciamo perdere la blasfemia unita alle parate degne di Lorieri ai tempi d’oro di Lecce, quelle ormai fanno parte del mio bagaglio, altrimenti non sarei il portiere più forte di tutti… Lasciamo perdere anche i piccolissimi disturbi digestivi che hanno compromesso il livello di inquinamento nello spogliatoio. Piuttosto parliamo della perla avvenuta a metà secondo tempo: ma che emozioni vi ho regalato sul rinvio da fondo campo di un difensore, complice una finta del Rosse? Solo io so fare quei giochi di rinterzo con palo. Chi c’era sa di cosa parlo.
MR. NICE: è il nostro Adriano! Viene rinvenuto negli spogliatoi in palese stato confusionale (è stata autorizzata l’autopsia per scoprire le cause, tanto anche se era vivo non sentiva niente ugualmente), scende in campo leggermente intontito e i suoi compagni non nascondono una certa insofferenza verso il suo atteggiamento poco professionale, salvo poi ricredersi tutti quando si scopre il reale motivo del suo gesto: bruciare il cervello del portiere avversario. Infatti il nostro psichedelico difensore ci regala il goal dell’anno: rinvio a casaccio da fondo campo per buttare il pallone fuori e poter così effettuare i cambi, il pallone arriva lemme lemme dritto fra le braccia del portiere avversario che, credendo di giocare a palla avvelenata poiché era stato inebriato con sostanze psicotrope, pensa bene di scansarsi, far entrare il pallone in porta e poi pavoneggiarsi come Caressa durante il posticipo mentre spiega il regolamento, salvo poi balbettare qualcosa tipo “Ma il pallone non deve passare la metà campo?” quando l’arbitro fischia goal e i suoi compagni lo riempiono di simpatiche badilate. Come capitano porgo le più sentite scuse a nome della squadra per aver giudicato il suo stato confusionale come una negligenza, mentre in realtà si era sacrificato per noi per intontire il portiere avversario. Martire.
THE WALL: lo strozzino di Sammontana, ormai calato alla perfezione nel nuovo simpatico ruolo, scende in campo nervoso per colpa delle mie flatulenze e con la maglia tutta piena di briciole per colpa delle merendine ingoiate nel pre-partita. Parafrasando un personaggio di spicco della scena culturale barese “Si è abituato a mangiare Nutella e adesso che deve annusare la mia merda, mugugna”. Si riprende solo negli spogliatoi quando tutti hanno pagato 8€ di campo. Ormai è un ex giocatore, pensa solo ai soldi e a sfondarsi di barrette al cioccolato prima di cambiarsi. Aiutiamo quest’uomo a uscire dal tunnel delle merendine.
FARA: il mio pupillo gioca la partita dell’anno: ossia l’ultima perché se continua così giuro non lo facciamo più giocare. Non se la prenda se con una metafora lo paragono al mio cane. Quando esce dal cancello e scappa gli urliamo “Pedro, ritorna!” ma lui continua a farsi i cazzi sua e vagare per la strada e quando finalmente ritorna in casa e lo spezziamo di botte ci guarda con gli occhioni innocenti quasi a dirti “Sono un cane, non capisco la tua lingua, perché ti incazzi?”. E così fa lui. Hai voglia di richiamarlo, di dirgli di tornare, di stringere, di marcare, di non attraversare il campo palla al piede con l’andatura claudicante di uno storpio sbronzo in discesa nel mezzo di un tornado, ma lui niente. Fa l’esatto contrario di ciò che gli dici e quando lo brontoli ti guarda con quegli occhioni quasi a dire “Sono il Fara, vendo Gormiti, non capisco la tua lingua, perché ti incazzi?”. Comunque sia realizza un goal e come sempre risulta il migliore in campo, ovviamente solo per me. Pupillo.
LUPI: tranne il Ventu, inferiore solo a Janker nell’anno di Udine come bidone dell’anno, ho azzeccato tutti grandi acquisti. Nonostante l’arbitro non gli fischi mezza punizione, non si scompone mai e ha come grande pregio quello di ascoltare le parole dell’Oracolo quando gli dico “Tira. Tira di punta!” e segna così il goal dell’1-1, fondamentale, per darci più serenità. Ottima partita in copertura, non si fa praticamente mai saltare, risulta molto prezioso anche in avanti con ottime giocate e assist ma soprattutto quando versa 8€ nelle mani di The Wall. Acquisto dell’anno.
LEONARDO: voglio prenderlo come esempio, come emblema, come giocatore che secondo me meglio incarna lo spirito degli Scorretti. Ragazzi, tutti abbiamo bisogno di una guida, e noi finalmente l’abbiamo trovata, non dobbiamo fare altro che seguirlo. Scende in campo con le gambe motose nemmeno avesse vendemmiato per 5 giorni senza sosta sotto una pioggia torrenziale, ma soprattutto sfodera delle scarpe coi tacchetti che farebbero invidia a Materazzi. È questa la grinta che voglio! È il nostro Dalai Lama.
DENNY: in una serata altrimenti perfetta ci pensa lui a rovinare tutto. Rischia di finire fuori rosa dopo il gesto di ieri sera. Sul 5-2, senza motivo, impazzisce, prende palla, dribbla 2 avversari manco fosse Garrincha e tira una caldarrosta che si insacca all’angolino. Ma chi cazzo sei? Ma come cazzo ti permetti? Ma guarda questo… Arriva qui, dal nulla, e inizia a fare il grosso. Scarta, segna, ESULTA addirittura… oh, ma chi sei? Come ti permetti di fare goal più belli di quelli dell’Arfa?! Non sai cos’è il rispetto? Qui c’è gente che stenta a stare in piedi (The Wall) e tu fai quei goal? Ti vedo già, guarda, al baretto stamattina a fare il guappo con gli amici. È così che si bruciano i giocatori. Te dai retta a me, gioca male, non fare goal, dai 8€ a partita e vedrai che arrivi in fondo al campionato sano e salvo.
DANI: il bomber tradisce clamorosamente le aspettative. Ci aspettavano 1983 goal e invece… che bandone. Però, devo dire la verità, è riuscito a dare qualcosa in più alla squadra, precisamente 3 cose: due occhioni azzurri alla Scamarcio e la capacità di fare molti uno-due nella metà campo avversaria che ci permettono di smarcare sempre un compagno davanti al portiere. Utilissimo in fase offensiva ma soprattutto quando consegna 8€ a The Wall nel post-partita. Mezzo-bomber.
LUCIO: desaparecido.
NIK: il suo attaccamento alla maglia è esemplare. No, ma che scherzi, non sono sarcastico…
TIGROTTO: il suo attaccamento alla maglia è inversamente proporzionale al suo attaccamento al divano.
VENTU: il suo attaccamento alla maglia è inversamente proporzionale al suo attaccamento a Marrazzo.
ARBITRO: c’è una cospirazione! Un avversario si avvicina minaccioso verso la nostra area, giustamente gli arriva una pedata ma riesce con un rimpallo a trovarsi solo con la porta vuota ma l’arbitro fischia. Lui tira e fa goal a gioco fermo, bestemmia e s’incazza con l’arbitro. Ma arriva la perla: goal. Giustificazione: ho fischiato un po’ prima, ma tanto il pallone entrava. Sì, ok, ma io mi sono fermato, non mi sono nemmeno buttato dopo il fischio. Sì, ma tanto faceva goal ugualmente. Ah, allora se tu sei sicuro va bene così.
E sorvoliamo sui falli fischiati a caso per loro e quelli non fischiati per noi, tanto, sul 5-3 a 6 minuti dalla fine, la partita è già chiusa.
Ma è un arbitro o un veggente?!

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