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giovedì 1 gennaio 2009

Risolto il caso-The Wall: sei mesi in prestito al San Paolo

The Wall resta in Brasile, almeno per i prossimi sei mesi nei quali indosserà la maglia del San Paolo. Con buona pace dei suoi detrattori e dei suoi estimatori, l'attaccante è stato ceduto in prestito al club in cui ha giocato anche Kakà e tanti altri campioni fino al 30 giugno dell'anno prossimo. La conferma, dopo l'annuncio del procuratore S.A., volato a Ponte a Elsa per incontrare i vertici biancoamaranto e risolvere il tormentato caso.The Wall potrà disputare non solo la Coppa Libertadores con la maglia del sodalizio paulista, ma anche puntare a un rilancio in grande stile con la nazionale italiana allenata da Donadoni.
Il difensore si era recato in Brasile per ristabilirsi da un periodo psicologicamente duro, segnato da continue prestazioni negative che avevano costretto l'allenatore Tigrotto, perfino a pensare all’esclusione dalla lista dei giocatori da convocare per la Christmas Cup. Un atto quasi dovuto, ma anche un'umiliazione per quello che ancora alcuni chiamano muricciolo. The Wall a quel punto aveva chiesto e ottenuto di avviare un programma di recupero (anche del suo peso forma) in Brasile, fra la sua gente, dove adesso rimarrà anche nei prossimi mesi, per dimostrare di essere ancora un elemento valido, un giocatore in grado di scardinare le difese avversarie e di mettere -con le sue bordate di sinistro- a dura prova il coraggio dei portieri.
Al matrimonio fra The Wall e il suo nuovo club manca solo la conferma da parte degli Scorretti, secondo cui la «la questione non è ancora definita del tutto». «Stiamo ancora verificando se le soluzioni proposte sono positive per lui e per noi», ha detto in serata il presidente degli Scorretti, Tigr8, proprio mentre il procuratore del calciatore e il San Paolo chiudevano l'accordo del prestito semestrale. S.A., comunque, era a Ponte a Elsa per discutere della situazione del giocatore con i dirigenti biancoamaranto che non smentiscono l'accordo. «Comunque -ha aggiunto Tigr8- è un fatto positivo che il giocatore possa esprimersi in Brasile, che continui la preparazione. Quello che facciamo, lo facciamo soprattutto per lui. È qualcosa più di un prestito: un prestito in un posto dove lui comunque starà bene, perchè è casa sua e c'è un tipo di aiuto sia psicologico che atletico che lo mette in condizione di crescere per ritornare quello che noi vogliamo che torni. L'ho sentito qualche giorno fa. L'ho sentito bene tra l'altro».

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